Manca una vera educazione sessuale agli italiani, e la sessualità è troppo spesso considerata un tabù di cui non parlare.
L’ultimo rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani ci dice che le persone hanno rapporti sessuali più frequenti, più vari e con più partner. Si stima che in realtà siano molte di più le persone coinvolte in relazioni e pratiche sessuali considerate “atipiche”.
Sono considerate atipiche non perché non sono normali in sé, ma perché non ne sentiamo parlare e non fanno parte dei messaggi educativi con cui siamo cresciuti. Autori contemporanei nell’ambito della sessualità, come Meg-John Barker, si riferiscono a questi aspetti come “Genere, sessualità e diversità di relazioni” – termine ombrella utilizzato per descrivere ogni sfumatura della sessualità umana come valida, piuttosto che attribuire l’etichetta di “atipico”.
Gianni Lanari, la sessualità considerata un tabù
La nostra esistenza è impregnata di sessualità, ma la consideriamo ancora un tabù, da chiudere a chiave nelle nostre camere da letto, o peggio ancora, negli angoli remoti del nostro inconscio. Una delle prime cose che viene chiesta più di frequente ad un futuro genitore è: ”sai già il sesso?”, “sarà un maschietto o una femminuccia?” La nostra nascita è strettamente legata ad aspetti sessuali. Veniamo al mondo tramite il sesso, e la sessualità ci accompagna lungo l’arco della vita. Eppure di sessualità si parla poco, e quando se ne parla, si giudica molto.
Chiamare gli organi genitali con il loro nome è difficile, se non impossibile. Un po’ come se da domani iniziassimo ad insegnare ai nostri figli che le braccia si chiamano “bastoncini”. Perché è così faticoso? Perché nessuno l’ha insegnato ai nostri genitori e questa lacuna si tramanda di generazione in generazione.
Vergogna, pudore, senso di colpa e rabbia sono le conseguenze di una società che non parla ad alta voce di sessualità, perché è un tabù. Quando a scuola ci insegnano educazione sessuale, ci dicono che il sesso è pericoloso e serve correre ai ripari. Malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze inattese sono i mostri da cui dobbiamo proteggerci.
Nessuno ci parla di esplorazione corporea, piacere, relazioni sane, consenso. La sessualità riguarda come noi ci sentiamo nel nostro corpo e riguarda come noi ci sentiamo con le persone intorno a noi. E come tale va costruita, plasmata e riplasmata, perché nulla rimane uguale.
Tutti affrontiamo nella vita qualche tipo di difficoltà legata alla sfera sessuale: l’incontro con un nuovo partner, la mancanza di desiderio sessuale, la monotonia di una relazione di lunga durata, difficoltà nel raggiungere l’orgasmo, fertilità e concepimento, menopausa, disfunzioni erettili, dolore durante i rapporti, difficoltà ad accettare il nostro corpo, comunicare al/la nostr* partner quello che ci piace, ritrovare la sessualità in seguito ad una malattia o disabilità, ma anche dopo una gravidanza e l’arrivo dei figli.
Ci troviamo a farci domande sul nostro orientamento sessuale e potremmo scontrarci con la mancanza di attrazione verso potenziali partner (essere aromantico o asessuale fa parte della natura umana, non é una brutta malattia inguaribile!).
Queste preoccupazioni, in aggiunta ad altri fattori di vita stressanti, influenzano la nostra salute mentale e possono costituire una fonte di ansia, depressione, attacchi di panico e rabbia.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, grazie alla sua rete professionale di 375 Psicologi, ha quindi deciso di offrire in tutte le regioni italiane (e in 23 paesi esteri) un servizio di aiuto per le persone che aspirano a migliorare il proprio rapporto con la sessualità.