C’è qualcuno che trova convenienza nell’emergenza climatica che sta attanagliando il mondo in questi anni? E soprattutto, se fosse così, chi ne sta traendo vantaggio?
pubblicherà sul suo sito un’indagine sull’attuale crisi ambientale, come nessun media italiano ha fatto fino ad oggi.
Emergenza climatica
I giornalisti de L’Indipendente hanno cercato non solo le verità scientifiche (inconfutabili) dell’emergenza, con tutte le possibili soluzioni, ma racconteranno in questo speciale come dietro le mosse delle élite politiche e delle multinazionali accorse alla Cop26 vi sia un piano che pare avere molto più a che fare con gli interessi di pochi che con quelli del pianeta e delle generazioni future.
Innanzitutto sgombriamo il campo dai dubbi: si, l’emergenza climatica esiste e si, occorre trovare soluzioni al più presto, affinché le temperature globali del pianeta non si innalzino troppo, pena scioglimento di tutti i ghiacciai ed innalzamento dei mari.
Mettendo a rischio milioni di persone nel mondo, e migliaia di specie animali.
Le conseguenze di tutto questo saranno catastrofiche: nazioni desertificate, fame e carestie a farla da padrone con migrazioni di milioni di persone in cerca di luoghi più sicuri.
Il problema però è questo: come stanno pensando i governi di risolvere questa emergenza, a partire dalla Cop26 e dal World Economic Forum?
“Abituiamoci all’idea di avere un generale Figliuolo alla Transizione. Il fine è quello di risolvere l’emergenza nel modo desiderato dalle élite”, scrive nell’editoriale il direttore dell’Indipendente, Andrea Legni.
investimenti pubblici
“Il disegno è stato ampiamente tratteggiato alla recente Cop26: i miliardi pubblici serviranno a trasformare progetti climatici estremamente necessari in investimenti redditizi, facendo sì che il pubblico si assuma il rischio finanziario che le aziende private non sono disposte a correre per salvare il mondo. Il vero obiettivo della transizione ecologica pianificata è quello di generare elevati rendimenti dalle attività a minori emissioni. È questa l’anima green di quella che le élite chiamano Quarta rivoluzione industriale. Cucinare una nuova torta miliardaria, pagata dagli Stati e quindi dai cittadini. Le cui fette saranno spartite dai soliti colossi del capitalismo finanziario ed estrattivo”, scrive ancora il direttore.
E secondo il direttore de L’Indipendente tutto sembra già scritto su come andrà: da una parte gli ambientalisti, che sposeranno in pieno le tesi e le decisioni a favore del clima presa dai governanti. Dall’altra quelli da bollare come “negazionisti”, sempre pronti a credere per reazione ad ogni contro-narrazione, fossero anche bugie comprovate tipo l’inesistenza del problema climatico.
Come arrivare alla soluzione quindi?
soluzioni dal basso
“Prima che sia troppo tardi proviamo a costruire una soluzione dal basso. Quella che desideriamo tutti è probabilmente la stessa: città con un’aria respirabile, mari dove poter continuare a bagnarsi, un pianeta abitabile e sano da consegnare alla prossime generazioni. Una transizione ecologica è necessaria, ma deve essere al servizio del 99% della popolazione mondiale e non del solito 1%. Per questo occorre mobilitarsi”, conclude l’editoriale, il direttore Andrea Legni.
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